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Il gusto del trifoglio è un romanzo di formazione. Di un ragazzo e del suo bue, Biancon. Sulle colline del monregalese la vicenda, narrata a due voci, di un'infanzia del dopoguerra quando, ancora per poco, nelle cascine una presenza fondamentale, quasi familiare, era quella del bestiame: per il latte, per il trasporto, per il lavoro. E solo alla fine, ma con gran tristezza, diventava bistecca. Il romanzo è davvero un canto della fine di un'epoca, prima del trattore e prima dell'abbandono delle campagne per un più sicuro lavoro nella città. Il bue Biancon è testimone e protagonista di questo mondo, e attraverso i suoi pensieri, spesso molto più saggi di quelli umani, il lettore può scoprire che tutto quell'ammasso di carne castrata, placida e ruminante, celava una straordinaria intelligenza.